I ragazzi di terza raccontano la loro esperienza

  

La grande vittoria

Immaginando la fine della pandemia, i ragazzi di terza hanno raccontato emozioni, riflessioni e preoccupazioni legate a questo tempo “sospeso”.

Quando ho ricevuto la notizia ancora non ci credevo. Ho pensato subito ad uno scherzo fattomi da mio fratello, perché era stato proprio lui a dirmelo. Per prima cosa sono andato a cercare su Google ed era vero c’era scritto: “Coronavirus sconfitto grazie al vaccino dello scienziato tedesco!” Dopo tante bruttissime notizie ascoltate in televisione in questi interminabili giorni, ora mi sembrava di sognare. Sono corso subito ad abbracciare le persone che più mi stanno a cuore, i miei genitori, mio fratello. Subito dopo io e la mia famiglia ci siamo recati a casa di mia nonna per festeggiare.
Ero l’essere umano più felice della Terra perché avevo riottenuto la mia vita e questo grazie allo sforzo di tutti. Purtroppo però sono decedute anche tantissime persone e alcune anche giovani.

Questa parte di vita non la dimenticherò mai perché mi devo ricordare quanto la forza della natura può mettere seriamente in difficoltà la razza umana e il mondo intero e un giorno tutto questo lo racconterò ai miei figli e ai miei nipoti.

All’inizio ero molto felice, poi mia mamma mi vietò di uscire con gli amici e il tempo sembrava non finire mai. Dopo 2 settimane a casa cominciarono le lezioni online, credevo che sarebbe stato “un casino”, invece andò tutto bene.
In tutto questo periodo sembrava di essere dentro un film apocalittico dove metà della popolazione era stata sterminata; l'unica differenza è che tutto questo è stato reale, noi ci siamo passati. Non credo proprio che a qualcuno sia piaciuto vivere questa esperienza dove hai paura solo a uscire di casa perché protresti essere contagiato e potresti rischiarire di morire.
Per le prime due settimane la mia ruotine è stata: Netflix, cibo, tv, dormite. Poi i professori hanno scoperto una app chiamata Zoom dove era possibile fare le lezioni online e così hanno cominciato a lasciarci compiti come se non ci fosse un domani.

Ora tutto è passato, niente più file all’Esselunga, tutti che possono stare con tutti, è tornata la normalità. Finalmente si ricomincerà con gli allenamenti di calcio e le partitelle nel parco e si potrà uscire con gli amici a giocare e a mangiare.
Quando iniziò la quarantena,

quando Milano fu completamente deserta,
quando le uniche persone che si vedevano in giro erano quelle che portavano a spasso il cane,
quando non si poteva uscire di casa se non per andare a fare la spesa o per spostamenti di estrema necessità,
quando al supermercato si poteva entrare uno alla volta e davanti a te c’era una fila di più di 100 persone,
quando la gente moriva,
quando si viveva con l’angoscia anche per i propri nonni e famigliari,
quando non ce la facevo più e non vedevo l’ora che tutto fosse finito,
fu allora che mi resi conto della gravità della situazione.

Ed ora che questo incubo è terminato, mi rendo conto di quali sono i valori più importanti: la vita, la libertà, gli affetti dei miei cari, i rapporti umani, i sorrisi e gli abbracci, quelli veri.
Spero che tutto ciò lascerà dentro i nostri cuori meno aridità e più voglia di aiutare ed ascoltare il prossimo. La vita deve necessariamente essere anche questo.

Adesso che non posso andare a scuola ho cominciato con le lezioni online. Mi incontro su un’applicazione che si chiama Zoom e su questa piattaforma con i prof e i miei compagni di classe facciamo lezione.
Finalmente… la grande notizia è arrivata: il coronavirus è stato sconfitto! Il mio pensiero è fisso su quello che abbiamo passato, su come era cambiata la società e come le limitazioni sociali ci rendevano prigionieri in casa.
Ma ora sono felice che sia finito tutto perché mi mancavano tante cose che mi rendevano libero: il calcio, uscire con gli amici, andare al parco e sì, pure la scuola mi è mancata.
Questo traguardo è stato merito di tutti perché siamo stati bravi a rispettare le norme di sicurezza.
Un grande merito va e soprattutto ai medici, alla politica e alla protezione civile che hanno lavorato senza sosta per giorni.
GRAZIE allo sforzo di tutti abbiamo riportato l’Italia alla normalità.
Il mio papà ha sentito la bellissima notizia al telegiornale e mi ha detto:” hanno trovato un vaccino che ha fatto sparire il virus! Io a questa notizia non ci ho visto più dall’emozione.

A quel punto io e i miei genitori siamo usciti di casa e siamo andati in centro. La piazza era piena di gente che stava festeggiando con lo spumante e con tanta musica. C’era anche la banda con le bandiere dell’Italia e un grande cartellone dove c’era scritto: abbiamo vinto!!!! Viva Italia!

Siamo finalmente liberi, la pandemia ha i giorni contati. Dopo tanta pazienza e coraggio, ora possiamo uscire come una volta, rivedere gli amici e riabbracciarli dopo tanto tempo. Io non vedo l’ora, ma dobbiamo sempre seguire le regole del governo come mettere la mascherina nei posti affollati e lavare spesso le mani.

Quello che mi ha spaventato maggiormente durante questo periodo di quarantena è stato sentire tutti i giorni al telegiornale i numeri delle persone che risultavano positive al Covid-19. Soprattutto sono rimasto sconvolto dai decessi non solo di persone anziane e con patologie brutte, ma di ragazzi giovani, sani che non sono riusciti a sopravvivere a questo virus.

Il lavoro dei medici e degli infermieri è stato pesante. Tutti gli operatori sanitari sono stati costretti a turni massacranti con poche ore di riposo e con il rischio di essere contagiati a loro volta, ma con la forza, il coraggio e la determinazione hanno salvato tante vite umane.

All’inizio avevo sottovalutato un po’ il Coronavirus, non avevo capito quanto fosse pericoloso.
Poi hanno chiuso le scuole.
La prima settimana sono stata felice di essere a casa, ma dopo due ho capito che la situazione era grave. Hanno chiuso un po’ tutto, negozi, ristoranti ecc…
Dopo una settimana siamo andati tutti in quaretena: potevamo uscire di casa solo per fare la spesa o andare in farmacia. Eravamo tutti bloccati a casa. Non si potevano avere contatti con altre persone se non con i familiari. Queste settimane sono state dure, pesanti e le giornate erano tutte uguali.
Appena mia mamma mi ha dato la grande notizia, la prima idea che mi è venuta in mente è stata di andare a giocare a calcio con i miei amici.

Per la felicità abbiamo organizzato un mega torneo di cricket e per festeggiare mia madre ha preparato le lasagne!

Anch’io sono andato subito al parco a giocare a calcio con mio fratello e i miei amici. Qui ho visto tanta gente. Le persone festeggiavano facendo dei giochi d’acqua e si lanciavano palloncini pieni d’acqua. Quando sono uscito ho avuto anche un po’ di paura, perché la gente in strada era tanta.

Wow che bello! Finalmente dopo tanto tempo si esce, sono felicissima. Avevo già visto qualche notizia su Internet nei giorni precedenti ma oggi ho letto che potevamo tornare alla vita di prima e sono esplosa di gioia, poi è arrivata mia madre felicissima e mi ha abbracciato.
All'inizio, quando tutto è cominciato, siamo stati a casa da scuola, eravamo tutti felici e stavamo in giro a divertirci. Poi siamo arrivati al punto in cui non si poteva più uscire senza sapere fino a quando.
All'inizio sembrava tutto ok: divano, Netflitx, musica e niente scuola. Poi abbiamo iniziato a stancarci di questa situazione e alla fine eravamo tutti distrutti. Adesso tutti noi capiamo quanto sia bella la libertà o una passeggiata in mezzo ai campi. Sono felice di fare quel che faccio tutti i giorni e anche di tornare a scuola, lo so, sembra strano detto da me ma è cosi. Mi è mancato tutto, non ne potevo più di stare rinchiusa a casa.
In questi mesi sono stato a casa, senza quasi mai uscire e senza andare a scuola. Mi sono annoiato molto, ma ho cercato di passare il tempo nel migliore dei modi, facendo giochi che mi piacevano e soprattutto dormendo.
Non potevo vedere nessuno e si doveva stare chiusi in casa, o al massimo si poteva scendere giù in cortile a prendere un po’ d’aria e chi aveva il cane poteva stare al massimo a 300m dalla propria abitazione, insomma… ERA UN CARCERE! Io non ce la facevo più, non potevo vedere i miei amici, se non tramite le videochiamate. Era bruttissimo!.
Anche i nostri prof ci mancavano, tutte le sgridate prese, le risate che si facevano in classe, l’intervallo dove si andava a chiedere la merenda a tutti nel corridoio…
Insomma, se ci pensiamo, è tra quei banchi che sono nate le vere amicizie.

Divano, dispensa, Netflix, famiglia, amici, musica. Questo per me e un po’ il riassunto di questa quarantena, la mia routine.

Ovviamente la lontananza non mi ha impedito di parlare con i miei amici e, grazie alla tecnologia, ho sempre trovato un modo per farlo. Però non vedevo l’ora di uscire e di poterli riabbracciare e stringere, specialmente quelli che avevano perso qualche loro caro. Secondo me perdere qualcuno in questo periodo è stato bruttissimo … non poterlo accarezzare per l’ultima volta, non poterlo salutare, non potergli fare un vero e proprio funerale … è stato terribile.

All’inizio ci sembrava una vacanza in cui dire: “che bello saltiamo la verifica di storia!”. Poi, però, si è rivelato un incubo e quasi quasi mi era tornata la voglia di andare a scuola. Anche i professori, che abbiamo fatto arrabbiare di più e a cui davamo meno ascolto, durante le videolezione ci dicevano “non vediamo l’ora di rivedervi!”.

Lo stare a casa però mi ha fatto riflettere: in ogni momento bello o brutto bisogna sorridere ed essere forti perché un giorno tutti gli sforzi saranno ricompensati. Questo virus ne è stata la dimostrazione: lo stare a casa a disegnare arcobaleni ci ha ricompensati infatti ABBIAMO VINTO!

Ma comunque è stato un periodo molto difficile per la nostra generazione. Abbiamo passato le nostre giornate confinati nelle mura di casa, avendo paura di uscire. All’inizio, quando hanno chiuso le scuole per una settimana, eravamo tutti sollevati. Ma man mano la data di riapertura veniva sempre più posticipata, fino a quando è iniziata la quarantena a partire dall’8 marzo 2020.

Anche se il covid19 non mi ha permesso di fare molte cose, come alcuni viaggi che avevo in programma di fare, anche se non sapevo quando tutto questo sarebbe finito, anche se iniziavano le prime belle giornate ed ero costretta ad osservare il sole da dietro un vetro, ho sempre cercato di vedere il lato positivo in tutto questo. E penso che ognuno di noi avrebbe dovuto fare lo stesso.
Credo che questo periodo ci servirà per capire quanto siano importanti le piccole cose, che sembrano scontate ma non lo sono, e ci aiuterà a vedere il mondo con occhi diversi.
Ora che tutto è finito possiamo solo lasciarci questo brutto periodo alle spalle e guardare avanti. Finalmente non sarà più uno scandalo abbracciarsi in pubblico. Nessuno si allontanerà più spaventato da una persona che tossisce.
Adesso potremo toglierci le mascherine. Potremo andare al supermercato senza fare la coda a distanza di sicurezza.
Saremo liberi di andare a concerti, di viaggiare senza avere paura dei posti affollati. Torneremo ad uscire, ad andare a scuola. Mangeremo in ristoranti e bar. Ricominceremo a fare quei grandi pranzi di famiglia. Nessuno svuoterà più i supermercati in preda al panico. Andremo a fare shopping e compreremo anche prodotti che non sono un “bene necessario”. Nessun medico o carabiniere rischierà la vita ogni giorno. Non dovremo più preoccuparci della salute dei nostri nonni. Nessun cinese o asiatico verrà discriminato.
Ricominceremo con la vita di tutti i giorni. Da questa esperienza possiamo solo imparare.